In un periodo durante il quale è facile far indigestione di cuochi televisivi vale certamente la pena di ritrovarsi nella grande casa dove Simonetta Agnello Hornby passò la sua infanzia, per assaporare una delle ricette, non solo di cucina ma anche di esperienza di vita. Un ricettario familiare che è anche il resoconto di un periodo felice e lo specchio di un’Italia che ancora possiamo ritrovare quantomeno a tavola.

Solo il talento di Malvaldi, autore la cui fama ha travalicato i confini e i generi, poteva costruire una storia nella quale un delitto si trova ad essere immerso nei profumi dei prelibati intingoli messi in pentola e sulla carta da Pellegrino Artusi. Come al solito Malvaldi costruisce una vicenda dove il solido impianto narrativo si coniuga a pagine di vero divertimento e alla sottile critica della vita e dei costumi del nostro paese, agli albori della sua unità politica come adesso.

Un ragazzo, sfuggito alla guerra fratricida nello Sri Lanka, si trova a lavorare nelle cucine di un importante ristorante di Zurigo. All’inizio avrà assegnati solo compiti umili e noiosi, ma Maravan sa che presto il suo talento per la cucina uscirà allo scoperto.
Il suo segreto è nel potere afrodisiaco delle sue ricette e la fortuna, insieme a incontri con persone di tutti i tipi e riflessioni sulla vita nell’Occidente opulento e distratto, non mancherà all’appuntamento. Un romanzo rivelazione che in Europa ha toccato le 500.000 copie.