Partendo dalla scintilla dell’attentato di Sarajevo, uno dei massimi storici del nostro tempo ci rivela sotto una nuova luce gli accadimenti che furono causa del primo conflitto mondiale.
Analizzando le fonti e le parole dei protagonisti, e grazie alla capacità di analisi del suo autore, 1914 è un esempio di come si devono raccontare le vicende del nostro passato ma anche una sorta di lezione su come vanno interpretate quelle che viviamo intorno a noi o che leggiamo sui giornali.

Anche in questo romanzo della scrittice italoamericana la figura di Martin Bora, militare della Wehrmacht che subisce il nazismo per restare fedele alla sua patria, si staglia sullo sfondo degli orrori della seconda guerra mondiale. In questo romanzo lo vedremo nella Roma del ’44 dove, assieme a un poliziotto italiano, dovrà dirimere un caso di omicidio avvenuto nell’ambasciata tedesca. Sullo sfondo la città aperta mostra le ferite sanguinanti della guerra civile e della fine della dittatura fascista.

Andrea Molesini ci porta tra le stanze dell’Hotel Excelsior nel giugno 1914, dove, sullo sfondo di una Venezia affascinante come solo la penna di un veneziano la potrebbe delineare, conosceremo le vicende (e qualche segreto inconfessabile) di uomini e donne dalla vita straordinaria mentre l’Europa sta per essere insanguinata dalla prima guerra mondiale.

Cosa si prova nel mettersi nei panni di una delle figure più controverse della storia recente? Il grande scrittore algerino si cimenta nell’impresa di immaginare di vivere, in prima persona, le ultime ore di Muammar Gheddafi. Di fronte alla morte che lo attende il colonnello rivive la propria esistenza, nel tentativo di trovare un significato agli avvenimenti che lo videro protagonista sulla scena mondiale.